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Talento senza maschera. I protagonisti con il pubblico

Terzo incontro di “Tappa rosa”: “Talento senza maschera”

Sabato 23 aprile, nel cortile del Museo “Stupor Mundi” in Piazza Federico II, si è tenuto il terzo incontro del programma di manifestazioni “Tappa rosa” organizzato dalla Consulta per le donne e le pari opportunità del Comune di Jesi. Protagonista dell’incontro intitolato “Talento senza maschera”, la scherma.

Un’occasione che ha messo in relazione la regina degli sport a Jesi con le tematiche di genere, grazie alla presenza del neocampione di Coppa del mondo Tommaso Marini della sua maestra Maria Elena Proietti e della sua preparatrice Annalisa Coltorti.

Il dialogo, mediato dalla giornalista Agnese Testadiferro, ha messo in risalto la particolare realtà sportiva del Club Scherma Jesi che si è raccontato come luogo di inclusione e parità.

A differenza dei precedenti incontri costituiti da sole voci femminili, la presenza di un ragazzo come Tommaso, allenato da due donne, ha costituito un punto di vista nuovo per parlare di stereotipi e differenza di genere nello sport. “Avere preparatrici donne non ha mai costituito un problema per me”, afferma. “Già nella mia famiglia sono le donne i capi. Ho iniziato ad Ancona nel 2009 allenato da una donna, la maestra Marina, e ora mi sono trasferito a Jesi che è il tempio della scherma femminile. Mi sono sentito subito a casa”. Un ambiente che grazie ai risultati che consegue dimostra come il talento non abbia connotazioni di genere, e uno sport che, nonostante le differenze, permette il dialogo tra la sfera maschile e femminile, generalmente ben separate nel mondo sportivo. “La scherma maschile e femminile sono molto diverse”, racconta Tommaso, “i nostri ritmi sono più veloci e fisici, mentre la scherma femminile è un po’ più lenta e più tecnica, ma nonostante questo, i ritiri si fanno quasi sempre insieme. Questo permette di creare un bel rapporto di squadra. Essendo uno sport individuale, uomo e uomo sono sempre in competizione, con la donna non ci stiamo giocando lo stesso posto e questo fa sì che ci chiediamo più facilmente consigli per migliorarci”.

Diversa l’esperienza raccontata dalle due insegnanti che negli anni raccontano di essersi confrontate continuamente con pregiudizi e diffidenza. Fino alla fine degli anni ’80, la scherma era fatta di spada e sciabola e i maestri erano uomini. L’ambiente era maschile e questa concezione è in parte rimasta, anche al semplice livello terminologico. “Quando devo scrivere chi sono, sono sempre in dubbio, preparatrice o preparatore?” racconta Maria Elena. “Abbiamo dovuto sgomitare per entrare in Nazionale e all’inizio venivamo guardate con diffidenza, sia dagli atleti che dagli altri preparatori, che poi hanno iniziato a ricredersi grazie ai risultati che ottenevamo”. Il segreto di un clima sportivo ottimale che si incarna nella parità di trattamento di ogni atleta. L’errore che viene messo in luce è la pressione che i genitori fanno ai figli pretendendo da loro vittorie immediate. “I genitori devono capire che il primo obiettivo dello sport è la formazione dell’uomo e della donna” conclude Annalisa. “Se ci sono le qualità verrà fuori il campione, ma è sbagliato pretendere. Dal nostro punto di vista, non mettiamo nessuno sul podio del più forte. I ragazzi sono tutti uguali, non vanno giudicati e a tutti devono essere riservate le stesse attenzioni”. È in questo messaggio che è racchiuso il dovere dello sport di far sentire ognuno importante, senza discriminazioni di alcun tipo. Inseguire una crescita prima di tutto personale, e non solo sportiva, deve restare il principale obiettivo di ogni realtà sportiva, ed il Club Scherma Jesi rappresenta un ottimo modello di parità al quale potersi ispirare. La rassegna di eventi continuerà con l’appuntamento di sabato 30 aprile dal titolo “Nessuno escluso”, con il campione paralimpico di sci nautico Daniele Cassioli.

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